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I nostri articoli per il Giornalino:

LA DECISIONE

 

Come per ogni squadriglia anche per noi è arrivato il momento di scegliere la specialità in cui cimentarsi durante l'anno.

Sembravamo irremovibili sull'espressione, era quella perfetta per noi, pensavamo. Ma quando i capi in vista del campo invernale ci hanno assegnato il compito di creare un telegiornale da trasmettere ogni sera, possiamo dire che le nostre certezze su “espressione” si sono un po' capovolte.

Infatti ci siamo subito buttate a capofitto in questo nuovo incarico, e....quale modo migliore di iniziare se non con un'uscita di squadriglia...in spiaggia?! E' proprio lì che ci siamo appassionate a questo particolare mondo, ma solamente dopo aver realizzato il telegiornale, che tra parentesi, ha avuto un ENORME successo, abbiamo capito che il “giornalismo” era la specialità creata apposta per noi.

Pian piano, di riunione in riunione, abbiamo fatto del nostro meglio per rendere più concrete possibili le nostre idee. E dopo il lancio al reparto, eccoci qui con la nostra prima impresa.

BUONA LETTURA

(Sq. Pantere)

 

SI RIACCENDONO LE ROTATIVE

e finalmente “Il Bivacco” torna in stampa

 

Non bisogna abbandonare le vecchie tradizioni, giusto? Ed è quello che noi, squadriglia Pantere, abbiamo fatto. Durante la preparazione della nostra specialità di squadriglia, giornalismo, senza accorgercene abbiamo ridato il via a un giornalino che da anni non veniva pubblicato. Sto parlando de “Il Bivacco”, la cui prima pubblicazione risale al lontano autunno del 1974. Sappiamo che il nome e magari la struttura non sono gli stessi, ma speriamo che, chi un tempo era solito a sfogliare “Il Bivacco”, ora possa provare di nuovo la sensazione di tenere fra le mani un esempio di quotidiano elaborato e scritto con impegno da alcuni scout del Reparto Olympia.

Abbiamo rintracciato Andrea Pucci, “Paki”, allora vicecapo squadriglia dei Bufali, che è stato uno dei primi direttori de “Il Bivacco”.

 

Che ruolo avevi nel giornalino?

Ero il direttore che, in un giornale, praticamente è tutto. Infatti avevo il compito di organizzare i giornalisti, raccogliere gli articoli, dare gli incarichi, decidere il menabò (impostazione del giornale). Era un lavoro di grande responsabilità, perciò andava preso particolarmente sul serio e non con superficialità e leggerezza.

 

Era un giornalino di reparto o di squadriglia?

Era un giornale creato da tutti i componenti del Reparto Olympia che, a quel tempo, era solo maschile ovvero formato solo dagli Esploratori e non ancora dalle Guide.

 

Com'è nata l'idea di scrivere “Il Bivacco” e perchè?

L'idea è sorta dall'Alta Squadriglia per finanziare il reparto, infatti veniva venduto nel quartiere e i soldi ricavati venivano utilizzati per acquistare le tende e i materiali per ogni squadriglia. Era un vero e proprio autofinanziamento a livello di tutto il reparto.

 

Cosa si scriveva ne “Il Bivacco”?

Si parlava delle attività del reparto, dell'oratorio, della situazione del comitato di quartiere etc. Comunque era un giornale che poteva essere letto da tutti, o perlomeno da coloro che vivevano nel quartiere. Mentre so che invece il vostro giornale riguarda solamente ciò che accade nel vostro reparto ossia le vostre uscite, specialità, imprese. Mi sembra comunque un'ottima idea anche la vostra e sono certo che siete degne di portare avanti questa tradizione e che lo farete al meglio, con impegno e maturità!

 

Non molto diverso da “Il Bivacco” ciò che troverete nelle prossime pagine. Vi auguriamo quindi una buona lettura!

(Margherita)

 

GIORNALISMO: LA NOSTRA NUOVA CASA

Teleliguria Sud in affitto

 

La collaborazione é il loro motore e la Squadriglia Pantere, ormai, lo sa bene.

Così ci ha raccontato Selene Ricco, giornalista di Teleliguria Sud, durante la nostra visita alla sede locale.

Dopo un mini tour in regia e in redazione, Selene ci fa accomodare, indovinate un po', nello studio di registrazione del Tg! Ci guardiamo attorno meravigliate mentre la giornalista ci spiega la disposizione di telecamere e giornalisti durante le dirette e la funzione della zona interviste alle nostre spalle.

La prima cosa da sapere, ha detto Selene ad una Squadriglia Pantere taciturna ed attenta come mai, è che Teleliguria Sud è un' emittente di volontari che, spesso per caso, si sono affacciati alla finestra di questo particolare mondo e sono rimasti talmente estasiati dall'emozione che questo paronama gli ha riservato, da non volerne più farne a meno.

Così è nato il Teleliguria Sud che possiamo vedere oggi.

Ed è proprio quando stiamo per cominciare la nostra intervista a Selene, che inaspettatamente compare alla porta un uomo alto, imponente e baffuto che inizia ad osservarci.

Ottenuta l'attenzione adeguata, in un silenzio quasi surreale, ci chiede: “Che cos'è un'immagine?”, al che iniziamo a guardarci stupefatte, incredule e decisamente spiazzate.

Nessuna di noi sa come rispondere: un'immagine è una cosa talmente semplice, talmente di routine, che fatichiamo a tradurla in parole.

Per nostra fortuna, dopo averci fatto ragionare con ulteriori domande, egli ci viene in aiuto:

“Un'immagine è un pezzo di realtà, una copia esatta di una parte di mondo che abbiamo deciso di mostrare. É questo ciò che fanno i giornalisti e i fotografi: sfruttano il pezzo di realtà di cui hanno bisogno per rendere chiaro ciò che vogliono mostrare. Per esempio, se un giornalista volesse testimoniare che, a una determinata conferenza in una sala molto grande ed affollata, il numero di partecipanti era molto elevato, non fotograferà la sala per intero, ma zoomerà sulle persone presenti, cosi da far sembrare la conferenza ricca di partecipanti. Se invece, al contrario, volesse mostrare la scarsa partecipazione allo stesso evento, gli basterà fotografare l‘intera sala. Non è cosi difficile, non credete?”

Ormai avevamo rotto il ghiaccio. Quel signore, altri non era che Raffaele, un addetto alla regia venuto a salutare le ospiti a modo suo e che, in seguito, ci ha spiegato e mostrato la realizzazione e il montaggio di un servizio fra le domande e la meraviglia di tutte.

Dopo averci dato qualche nozione tecnica, ci lascia al nostro lavoro. Emozionate e piene di aspettative, iniziamo la nostra intervista.

Ecco, in breve, ciò che Selene ci ha raccontato:

 

La sua passione per il giornalismo si è fatta notare fin dai tempi dell'infanzia anche se, fino al 201 l, non ha mai avuto possibilità concrete di metterla a frutto.

L'opportunità è arrivata con il Palio del Golfo che da anni seguiva attivamente: la sua prima intervista è stata realizzata proprio durante quell'evento.

Pian piano, anno dopo anno, si è appassionata sempre di più a questo mondo, tanto da entrare nella redazione di TLS e diventare giornalista a tutti gli effetti.

Oggi Selene prepara e legge in diretta all'incirca un telegiornale a settimana e realizza svariati servizi come inviata.

L'impegno per ogni operatore, dice, non è elevato: ciascuno sceglie e rispetta i propri turni lavorativi, anche se alcuni imprevisti possono sempre capitare. Durante il proprio turno in redazione non si è mai soli e alla fine, anche se ognuno è specializzato in un determinato campo, ci si aiuta a vicenda e si collabora per raggiungere all'unanime uno scopo.

Un po’ come in una squadriglia che si rispetti, un po’ come in reparto!

Prima di salutarci, dopo averci mostrato il sorprendente sfondo luminoso dello studio, Selene ci ha regalato la risposta

alla domanda a cui tenevamo di più:

“Qual è la caratteristica prinicipale per diventare giornalista?”

La cosa più importante, ci spiega, è essere appassionati e meravigliati allo stesso tempo, avere tanta voglia di mettersi in gioco ed inseguire i propri sogni. Tutte cose che valgono anche per la vita di tutti i giorni.

É con queste parole nel cuore che lasciamo lo studio di Teleliguria Sud, sempre più sicure che giornalismo è stata davvero la scelta giusta.

(Nori)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

COME SI FA UN TG?

 

  • Raccogliere le notizie

  • Accertarsi che siano vere (contattando gli interessati anche poco prima della diretta)

  • Preparare la cronologia delle notizie e argomentare su un foglio ogni notizia

  • Dividere le notizie per argomento

  • Capire quale telecamera bisogna guardare durante la diretta (se c'è un servizio quella a sinistra, se non c'è quella frontale)

  • Prepararsi per la diretta   

LA REGIA: IL DIETRO LE QUINTE DI UN TG

 

Per prima cosa il cameraman e gli inviati si recano sul posto per raccogliere le informazioni e per potersi accertare della veridicità della notizia, fare interviste e riprendere.

Dopo di che, ritornano in studio e consegnano il materiale raccolto alla regia che si mette immediatamente all'opera:

 

  • Tagliano il video prendendone le parti più significative

  • Le montano, ossia le uniscono insieme

  • Preparano un audio esplicativo che serva di sottofondo al servizio

  • Per far comprendere il servizio a tutti coloro che seguono il Tg, nel montaggio vengono inserite delle immagini inerenti all'argomento

  • Adesso il servizio è pronto per essere mandato in onda.

(Giulia)

VOLETE MOSTRARE LE VOSTRE CAPACITA' ?

Niente di meglio che una specialità!

 

Sapete suonare la chitarra? Avete una voce strepitosa? Siete dei cuochi provetti? Allora è proprio questo articolo che dovete leggere! Mettiamo che vi siate accorti di possedere innumerevoli doti e che vogliate mostrarle al vostro reparto. Vi basta parlarne con i vostri Capi i quali sicuramente vi daranno il loro appoggio e consenso e vi diranno di scegliere un maestro di specialità. Per chi non lo sapesse il maestro di specialità è una persona abbastanza esperta nel campo della specialità che volete presentare, che conoscete e della quale vi potete fidare. Dopo di che dovete contattare lui/lei e iniziare a lavorare sulla specialità. Una specialità, dovete sapere, è organizzata in tre tappe. Per esempiuo avete deciso di prendere la specialità di giornalista. Sceglierete dunque le tre tappe:

 

1.“Ecco cosa so fare!”

In questa prima tappa bisogna scrivere un brano di qualunque genere (articolo, romanzo etc.) e farlo leggere al reparto per mostrare quali sono le competenze di un giornalista o di chiunque lavori nel campo della scrittura e insegnare loro i metodi base per ottenere un buon scritto

 

2.“Avete capito?”

Nella seconda tappa si deve vedere se il reparto ha appreso le spiegazionbi avute nella prima tappa e iniziare a coinvolgerli per scoprire magari le loro nascoste doti nel campo della scrittura, facendo produrre loro un brano. Ovviamente in questa tappa si dà aiuto al reparto, nel senso che non camminano ancora del tutto da soli.

 

 

3.“Mettiamo in pratica!”

Questa è latappa decisiva, quella conclusiva della specialità dove si “verifica” l'apprendimento del reparto e la mestria dell'insegnante. Per farlo dovete organizzare un'attività inerente all'argomento trattato nella specialità, come ad esempio un'uscita, un grande gioco o un concorso.

 

Parlando invece delle specialità a livello di una squadriglia esse non si limitano alla presenza delle tre tappe, ma vi si aggiunge una attività assegnata dai capi che riguarda ovviamente l'argomento della specialità, che prende il nome di missione.

 

Beh, spero dunque che questo articolo vi abbia aiutato a prendere una strada che magari sembrava ardua all'apparenza, ma che dopo questa lettura si sia dimostrata più semplice e divertente. E chissà, forse anch'io con questo scritto voglio far vedere quello di cui sono in grado....buona lettura!

 

(Margherita)

 

 

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